I fasti dell’ orologeria Americana

I fasti dell’ orologeria Americana

MARCHI NOTI E STORIA SECOLARE DELL’INDUSTRIA A STELLE E STRISCE, DALLE ORIGINI ALL’ATTUALITÀ

L’industria orologiera statunitense è spesso relegata al ruolo di comparsa nella storia dell’orologeria.

In realtà la tradizione, in questo settore, è ben radicata anche oltreoceano con strette connessioni con l’orologeria svizzera.

Le case americane hanno avuto il merito di spronare le maison svizzere a migliorare i propri standard, per smarcarsi dal ruolo di competitor nella produzione su larga scala.


La più importante innovazione che ha avuto origine negli USA è stata quella di introdurre, in questo settore, l’utilizzo di macchine automatizzate e della catena di montaggio.

La grande capacità di produzione, in termini quantitativi, permise di proporre orologi economici e di buona qualità per un vasto pubblico.



La produzione di massa tramite macchinari è da attribuire, in prima istanza, a Waltham Watch Company.

La casa fondata, nel 1850, da Aaron Dennison ebbe come prima sede quella di Roxbury nel Massachusetts. L’azienda, dopo pochi anni, venne trasferita nell’omonima città di Waltham.

La fabbrica poteva contare, nel momento di massima espansione, su oltre 3.000 dipendenti con una linea produttiva vicina al modello della Ford Model T, la prima auto ad essere prodotta, in serie, tramite catena di montaggio.

Lo schema produttivo della casa statunitense, nel 1876, ricevette importanti attenzioni dai produttori svizzeri del tempo.

I numeri delle vendite delle case elvetiche erano drasticamente diminuiti, di conseguenza, in quello stesso anno, gli svizzeri scoprirono i macchinari automatizzati delle industrie americane durante l’Esposizione Universale di Philadelphia.

Colpita dall’efficienza del piano produttivo e dalla qualità della manifattura a stelle e strisce, la Confederazione Elvetica decise di apportare modifiche al sistema produttivo, promuovendo una modernizzazione delle proprie fabbriche.

L’esigenza di un comparto industriale, capace di migliorare la qualità dei segnatempo, arrivò sulla scena in pieno sviluppo infrastrutturale del paese. Quando negli USA si estese il comparto dei trasporti ferroviari, si ebbe la necessità di calcolare con precisione l’ora nelle varie stazioni. Nel 1880, ogni stazione ferroviaria aveva un proprio orario standard dato dal sole, questione che complicava la regolare viabilità su rotaie.

La mancanza di orari precisi e ben classificabili, oltre ad una forma di smarrimento per i passeggeri, portò anche a numerosi disastri ferroviari.



Sul finire del 1883, quasi 600 linee ferroviarie americane decisero di abbandonare gli orari, in totale 53, stabiliti per ogni località per seguire i meridiani indicizzati di Greenwich, che definivano gli orari in ciascuno dei quattro fusi (Centro, Montagna, Est e Pacifico).

Questo sistema era stato proposto, nel 1876, da un capo macchinista della Canadian Pacific Railway: Sanford Fleming.

Il sistema teorizzato da Fleming era fondato su un sistema orario universale diviso in 24 zone, individuate da lettere dalla A alla Z (escludendo la J e la V).

La zona contrassegnata con la lettera Z era quella in cui veniva stabilito il tempo di Greenwich.

Il sistema, che fu ufficialmente stabilito come standard internazionale, venne adottato nel 1884, durante la Conferenza Internazionale di Washington, da 25 paesi firmatari, tra cui l’Italia, con entrata in vigore dal 1° novembre dello stesso anno.


La standardizzazione degli orari ferroviari, però, venne promossa con fermezza dopo l’ennesimo disastro ferroviario sul territorio statunitense. Nel 1891, due treni postali si scontrarono in Ohio causando la morte dei 2 macchinisti e dei 9 passeggeri.

Fin dalle primissime ricostruzioni fatte sul luogo della tragedia, era emersa una anomalia di percorrenza data dal mal funzionamento di uno degli orologi dei macchinisti, che aveva smesso di funzionare per circa 4 minuti.



Per risolvere ed evitare nuovi problemi legati alla precisione e al funzionamento dei dispositivi di bordo, fu interpellato, nell’Ohio, un orologiaio di Cleveland: Webster Clay Ball.

Questo intervento permise un controllo dei dispositivi, ogni 15 giorni, di tutti i dipendenti delle ferrovie.


Questo controllo capillare portò ad una sincronizzazione degli orologi assegnati ai dipendenti delle ferrovie, con scarti massimi di 30 secondi. Il sistema di controllo e sincronizzazione venne adottato nel paese, fino a coprire circa il 75% della rete ferroviaria totale, con successo e fu esportato anche in paesi come Messico e Canada.


Nel 1894, Webb C. Ball fonda, nella città di Cleveland,la Webb C. Ball Watch Company, azienda che fornì quasi la totalità degli orologi utilizzati ed assegnati nella rete ferroviaria americana.


Altre aziende si affacciarono sul mondo dell’orologeria di precisione, grazie allo sviluppo ferroviario, come Waltham, Elgin ed Hamilton. Grazie al proprio contributo alla comunità ferroviaria statunitense, all’inizio del XX secolo, Hamilton si guadagnò il titolo di “The Watch of Railroad Accuracy”, merito della precisione dei propri segnatempo.

Il primo annuncio pubblicitario della casa, comparso sulla rivista National Geographic del 1908, titolava “Rail Road Timekeper Of The World”.



Nel corso del tempo, molte maison americane hanno ceduto alla crisi economica e sono state assorbite da gruppi svizzeri e nipponici.

Nonostante questo cambio di bandiera delle industrie, gli stilemi e la storia dell’orologeria americana vivono nel presente grazie ai loro segnatempo e alle aziende che hanno saputo riscoprire il proprio archivio.


Dopo aver dato vita al processo di industrializzazione del settore, nel 1954, Waltham, o anche detta American Waltham Watch Co., si trasferì in Svizzera, dando vita ad una produzione di calibri Swiss Made. Dagli esordi fino al 1957, Waltham ha prodotto circa 40 milioni di orologi, utilizzati ed assegnati da grandi avventurieri, esploratori, aviatori e, dall’inizio del secolo scorso, anche da istituzioni militari americane e compagnie ferroviarie in oltre 50 paesi nel mondo.


L’azienda è rinata solo in tempi recenti, lanciando un progetto in collaborazione con Watch Angels, società ticinese.

L’orologio in questione omaggia un modello del passato, il Waltham Field & Marine, nato nel 1918 e utilizzato nelle trincee.

Costruito con materiali e tecnologie all’avanguardia, il Field & Marine ha conservato il particolare sistema di serraggio della corona, brevettato da Charles Depollier per Waltham, in grado di garantire un’impermeabilità adeguata ed una resistenza ad altri agenti esterni. Questo segnatempo fu molto apprezzato ed utilizzato, durante il primo conflitto mondiale, dai soldati americani in missione in Europa.

Questo particolare sistema permette di bloccare la corona alla cassa mediante un sistema a baionetta ed un dispositivo di sicurezza, quest’ultimo oltre a mostrare l’attuale stato di serraggio della corona, garantisce un’impermeabilità fino a 300 metri di profondità.       

 




La Svizzera ha accolto anche le produzioni di Ball Watch, altra pietra miliare dell’orologeria americana che ha trovato casa presso il polo industriale a La Chaux-de-Fonds.

Gli orologi Ball, oggi prodotti, conservano una spiccata propensione verso soluzioni tecniche raffinate e funzionali, grande resistenza e grande efficienza nell’uso quotidiano e in avventure estreme.


Tra le soluzioni tecniche più interessanti, Ball ha investito molto sulla scelta dei materiali come ad esempio lo schermo in mu-metal: lega formata da nichel, ferro, rame e molibdeno con un’altissima permeabilità magnetica che permette di attrarre e successivamente deviare linee di campi magnetici statici o a basse frequenze.


L’altra grande accortezza tecnica riguarda la luminescenza del quadrante: Ball ha scelto di adottare piccoli tubi di gas luminoso che tende ad autoalimentarsi, particolari fiale di trizio che garantiscono una luminosità 100 volte più intensa delle paste luminescenti convenzionali e ha una durata costante garantita almeno per 10 anni.


Rilevante appare anche la scelta di impiegare un olio molto resistente alle basse temperature, per permettere una spiccata precisione anche sotto lo zero.






Uno dei marchi più noti sul mercato odierno, appartenente allo Swatch Group ma nato a Lancaster (Pennsylvania) nel 1892, è senza dubbio Hamilton Watch Company.

Inglobato dal colosso svizzero, che ha rilevato negli anni marchi in ogni fascia di mercato da Tissot ad Omega sino a Breguet, ha consolidato una leadership riconosciuta nella fascia entry level.

Le collezioni attuali sono il riflesso di un passato glorioso legato indissolubilmente al mondo militare: all’inizio del Novecento, proseguendo per tutto il secolo, Hamilton ha incentrato la propria produzione su orologi militari forniti sia alle forze armate americane sia ad eserciti sparsi per il globo.

L’iconico Hamilton Khaki Field rappresenta, ancora oggi, l’emblema dell’orologeria militare da campo.

Recentemente è stato riportato alla luce anche un leggendario cronografo, a carica manuale, che nel 1970 divenne parte dell’equipaggiamento dei piloti della British Royal Air Force.


Hamilton ha mantenuto un forte legame con il cinema, lanciando modelli e collaborazioni grazie alla realizzazione di pellicole molto importanti nel mondo del cinema americano e inserendo i propri orologi come protagonisti di fatto in diversi film.

Tra i modelli che spiccano nell’archivio di Hamilton non fa eccezione il

Ventura, segnatempo dal design iconico reso noto da Elvis Presley.



Dopo il primo negozio, aperto a Manhattan nel 1875, e dopo l’apertura del primo stabilimento in svizzera per la produzione di movimenti, parte la storia di una delle case americane più note al pubblico: Bulova.

Nonostante la scelta di affidarsi ad una manifattura svizzera, Bulova fortifica la vicinanza con le proprie radici fondando un osservatorio per il controllo del tempo siderale proprio su un grattacielo di Manhattan e successivamente lancia il primo messaggio pubblicitario via radio.

Bulova è però anche sinonimo di innovazione e la consacrazione avviene a metà del secolo scorso grazie ad Accutron: primo orologio al mondo completamente elettronico, caratterizzato dal funzionamento a diapason, tecnologia molto avanzata che venne adottata anche come strumentazione di bordo dell’Air Force One.



La strumentazione in questione ha avuto anche l’onere e l’onore di accompagnare gli astronauti, come sistema di bordo, nei viaggi aerospaziali e lunari.

Oggi il marchio Bulova è parte del gruppo guidato dal colosso giapponese Citizen, che permette una solidità economica e produttiva, capace di diffondere, di nuovo, il nome della casa in tutto il mondo.

Dall’archivio di Bulova, negli ultimi anni, sono stati rilanciati modelli iconici come l’Oceanographer “Devil” Diver e i segnatempo di stampo militare che hanno accompagnato l’esercito americano in numerose occasioni sul campo di battaglia.

Resta una marcata predisposizione nei confronti dello sviluppo tecnologico che ha portato alla produzione di calibri al quarzo, ad alta frequenza, che animano molti segnatempo del catalogo.

L’ultimo grande successo commerciale della maison è legato all’esplorazione lunare con il Lunar Pilot, orologio che riprende un prototipo che ha equipaggiato, in maniera non ufficiale, la missione Apollo 15, in attività extra-veicolari.

La produzione di orologi meccanici è permessa grazie all’utilizzo di movimenti Miyota, colosso della produzione di calibri di proprietà di Citizen Group.





Tra le case a stelle e strisce più antiche in assoluto c’è, senza dubbio, la Waterbury Clock Company. Questo nome, già incontrato nella storia dell’orologeria statunitense come pioniere della produzione industriale e su larga scala, è da decenni mutato in Timex, leader nel settore dell’orologeria entry level, con un ottimo rapporto qualità-prezzo.


L’importanza storica di Timex ha influenzato l’intero corso del settore orologiero, abbattendo i costi e rendendo automatizzato l’intero processo produttivo.

Questo fenomeno ha poi spinto le maison svizzere da un lato ad evolversi in termini di modelli produttivi e dall’altra ad alzare la qualità dei propri segnatempo, per mantenere la leadership nel settore dell’alta orologeria.

All’inizio del secolo scorso, l’azienda lancia un orologio da tasca denominato “Yankee”, diffuso grazie al più importante distributore americano Robert H. Ingersoll.

L’orologio in questione aveva un costo di 1 dollaro e, nel giro di due decenni, divenne il segnatempo più venduto al mondo.

La produzione a basso costo e la collaborazione di Ingersoll, portarono l’azienda, nel 1930, a stipulare un accordo con la Walt Disney per produrre il primo orologio di Topolino che ebbe un grande successo nonostante la grande depressione negli USA.

Oggi Timex continua la produzione di orologi dal prezzo accessibile, richiamando il proprio passato in numerose collezioni, fornendo al pubblico prodotti di qualità, dall’estetica accattivante e dalla grande storia data dal proprio heritage.



                                                                                            di Marco Di Pasquo

 

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