Zenith: il Calibro 135 e la ricerca dell’estrema precisione

Zenith: il Calibro 135 e la ricerca dell’estrema precisione

La corsa all’estrema precisione per i cronografi da polso ha sempre guidato le sfide progettuali della Maison Zenith fino dalle prime competizioni del ‘900.

Nel 1954 venne stabilito il record assoluto per la categoria cronometri da polso e Zenith portò in gara la sua ammiraglia a carica manuale: il Calibro 135.


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Prodotto a partire dal 1949, questo calibro con piccoli secondi a parte, viene considerato, anche ai giorni nostri, come uno dei migliori movimenti a carica manuale mai costruiti; fu prodotto fino al 1969 per un totale di 13.350 esemplari noti.


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Progettualmente pensato con tutte le caratteristiche per essere considerato cronometro, rientra nella dimensione dei 13” e, con bilanciere di grandi dimensioni monometallico, aveva tutte le carte in regola per sbaragliare la concorrenza delle altre Maison svizzere.

Per adeguarsi agli standard di controllo dell’osservatorio di Neuchatel, la sfida principale è quella di creare un movimento di alta precisione intrinseca senza necessità di regolazioni fini dello stesso.

Emerge una grande sfida progettuale che coinvolge a pieno le risorse del progettista capo Ephrem Join (padre del primo movimento automatico Zenith – Cal. 133) e dei collaudatori Charles Fleck e Renè Gygax.

Il Calibro 135 venne quindi dotato di un grande bilanciere monometallico (14 mm) per permettere le regolazioni più fini (Diametro pari alla metà del Calibro) che costrinse i progettisti a decentrare la ruota dei minuti per allocare anche un bariletto di grandi dimensioni.


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In questa configurazione, il bilanciere oscilla ad una frequenza di 18.000 alternanze/ora e, data la scarsità di spazio, venne adottato un sistema di assorbimento urti “Incabloc” a sua tutela.

Importante focus è stato dato alla qualità e perfezione delle lavorazioni di Ancora e Ruota dell’Ancora con l’utilizzo di acciaio d’alta gamma e l’aumento dei punti di lubrificazione a 19 rubini.

Riassumendo le scelte progettuali di Ephrem Join, le peculiarità del Cal. 135 sono:

  • Bilanciere di grandi dimensioni;

  • Bariletto di grandi dimensioni con molla ad “S”;

  • Denti e pignoni calcolati matematicamente per ridurre attriti e frizioni;

  • Ruota dello scappamento ribassata per centralizzare al meglio le masse;

  • Denti della ruota di carica inclinati per garantire una maggiore fluidità.

Agli occhi del collezionista, il movimento può essere rodiato, placcato o lavorato a Cotes de Geneve.

Zenith, nel corso degli anni successivi al 1956, continuo a produrre lo stesso calibro in altre due versioni meccanicamente semplificate che sono state utilizzate fino al 1969 con lo “Zenith 2000”.

Ai giorni nostri, questa tipologia di calibro, viene percepito come il Sacro Graal dai collezionisti Zenith che lo paragonano all’epicità del 3019 PHC El Primero.

Sul mercato, per un esemplare in buone condizioni di funzionamento ed originalità, un collezionista deve essere disposto ad investire cifre che vanno dai 3.000 € fino a 8.000 € per le versioni più particolari e ricercate.

                                                                                                 di Jacopo Gargantini

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