Il primo orologio da polso e la commissione di Caroline Murat per Breguet

Il primo orologio da polso e la commissione di Caroline Murat per Breguet

Il primo orologio da polso della storia non fu creato per un uomo, un re o un magnate dell’industria, bensì per una regina eclettica ed elegante: la regina di Napoli, Caroline Bonaparte in Murat.

L’orologio da donna in questione era un segnatempo complicato, realizzato in materiale prezioso dal genio rivoluzionario di Abraham Louis Breguet.

Oggi siamo abituati a pensare all’orologio quasi unicamente come ad un accessorio maschile, tecnologico o complicato, spesso legato al gusto personale o alle mode del momento. La storia, però, è un’altra: dietro al design moderno e alla praticità degli orologi si cela una sorprendente serie di eventi, di donne e uomini straordinari che hanno portato l’orologio da polso a essere quello che è oggi.

Caroline Murat e l’orologio su richiesta che cambiò la storia

Caroline Murat, sorella minore di Napoleone Bonaparte e regina di Napoli, commissionò un orologio inusuale al celebre orologiaio Abraham-Louis Breguet nel 1810. La richiesta? Un segnatempo complicato, da indossare al polso. La regina di Napoli era una grandissima amante degli orologi del maestro Breguet, tanto che, tra il 1808 e il 1814, ne aveva acquistati ben 34. Breguet accolse la sfida e, due anni dopo, consegnò quello che viene oggi considerato il primo orologio da polso della storia: il Breguet n. 2639.

Il Breguet n. 2639, primo orologio della storia: capolavoro di meccanica e raffinatezza

Il Breguet n. 2639 era un orologio a carica manuale, con ripetizione, di forma ovale, molto sottile e dotato di un bracciale fatto di fili d’oro intrecciati come capelli.

Il Breguet n. 2639 non era solo un accessorio di lusso: quel piccolo oggetto rappresentava una visione del tempo nuova, intima, sempre a portata di "polso". Un’idea rivoluzionaria, se si considera che fino ad allora gli orologi erano esclusivamente da tasca e, quindi, per natura poco pratici da "interrogare".

Oggi non è possibile ammirare l’orologio n. 2639, poiché è andato perduto. Le ultime tracce note sono rinvenibili negli archivi Breguet e sono datate 8 marzo 1849, quando la contessa Rasponi (Luisa Murat, figlia di Carolina Murat) portò l'orologio n. 2639 in riparazione.

Reine de Naples 8918 

 

Reine de Naples  Phase de Lune 8909

 

Il primo orologio da polso svizzero? Un Patek per una contessa


Patek Philippe realizzò, nel 1868, il primo orologio da polso svizzero della storia, su richiesta della Contessa Koscowicz, membro dell’alta aristocrazia ungherese.

L’orologio, il Patek n. 27368, era dotato di un raffinato bracciale d’oro, una cassa di forma impreziosita da diamanti. Il segnatempo era concepito tanto per indicare l’ora quanto per impreziosire il polso di chi lo indossava. Anche in questo caso, come quello della regina di Napoli, non si trattava ancora di un oggetto pensato per la funzionalità pura: era anzi un connubio di eleganza e precisione.

L’orologio in questione, fortunatamente, non è andato perduto: si può ammirare visitando il Museo Patek Philippe a Ginevra. Questa creazione rappresenta uno dei primi esempi documentati di orologio da polso prodotto in Svizzera, anticipando di decenni la diffusione di massa di questo prodotto. Ancora una volta, è una donna a fare da apripista.


Il primo orologio da polso per uomo: il Cartier Santos Dumont (1904)


Fu solo agli inizi del Novecento che l’orologio da polso entrò a far parte del mondo maschile. Nel 1904, l’aviatore brasiliano Alberto Santos-Dumont espresse una necessità pratica: durante il volo, non poteva permettersi di cercare e, quindi, ‘’visionare’’ l’orario sull’orologio da tasca. Louis Cartier, grande amico dell’aviatore, accolse la necessità e creò per lui un orologio da indossare al polso, con quadrante ben visibile e struttura solida.

Nasceva così il Cartier Santos, il primo orologio da polso da uomo della storia, concepito per l’uso pratico e quotidiano.

Il Santos era un orologio squadrato, dagli angoli smussati, essenziale, funzionale e robusto, destinato a cambiare il modo in cui gli uomini avrebbero consultato il tempo. Oggi il Santos è un orologio largamente utilizzato dal jet set internazionale; Michael Douglas ha contribuito alla sua consacrazione come oggetto di culto, avendolo indossato nella variante con bracciale, ref 2960, in oro 18 carati nel celebre film ‘’Wall Street’’ del 1987, pellicola che gli è poi valsa l’Oscar.

Contrariamente all’immaginario comune, l’orologio da polso nasce, come abbiamo visto, come oggetto femminile, elegante e decorativo, per poi evolversi in strumento tecnico e simbolo di stile anche maschile.

Dalla regina di Napoli alla contessa ungherese, il tempo ha iniziato a scorrere al polso delle donne, molto prima che diventasse una necessità per gli uomini. Una storia di eleganza e innovazione, che affonda le sue radici non nella guerra o nell’industria, ma nella corte e nella bellezza.

                                                     di Tommaso Gaeta

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