Dal debutto del 2005 alle edizioni Manifattura più sofisticate, l’evoluzione di un modello che ha ridefinito l’estetica sportivo-prestigiosa.
Nel panorama dell’haute horlogerie, dove le innovazioni tecniche devono necessariamente dialogare con la storia e la coerenza di marchi secolari, il Big Bang di Hublot rappresenta una delle più efficaci operazioni di rilancio della moderna orologeria svizzera. Un segnatempo che, a dispetto della sua giovinezza, introdotto nel 2005, ha conquistato un posto stabile tra le collezioni di riferimento di ogni intenditore.
Premesse: la rinascita del marchio Hublot
Fondata da Carlo Crocco nel 1980, Hublot è stata pioniera nella combinazione tra oro giallo 18 carati e caucciù vulcanizzato — una scelta che anticipava, già allora, il concetto di fusion tra materiali nobili e moderni. Tuttavia, è con l’arrivo di Jean-Claude Biver nel 2004, nome già noto per il rilancio di Blancpain e per l’espansione di Omega (con la celebre operazione di marketing legata alla NASA e a James Bond), che il marchio compie un vero salto qualitativo.
Biver intuisce che l’identità Hublot deve fondarsi sull’audacia dei materiali e su un linguaggio estetico contemporaneo, senza compromessi. Il risultato è il Big Bang Chronograph, presentato a Baselworld 2005: un orologio da 44 mm di diametro con cassa modulare composta da più di 50 elementi, lunetta in ceramica nera, carrure in acciaio satinato e inserti laterali in resina composita nera. Il cinturino resta in caucciù naturale, dotato di deployante integrata.
La filosofia della “Art of Fusion”
Il Big Bang è la massima espressione di quella che Biver battezza Art of Fusion: l’uso combinato di materiali dissimili, ceramica, titanio, kevlar, carbonio, magnesio, tantalio, Magic Gold, e successivamente safir, abbinato a movimenti affidabili e un design riconoscibile.
Il successo commerciale è immediato: nel solo primo anno di vita, le vendite Hublot crescono del 55%, e il Big Bang si aggiudica il Prix du Design al Grand Prix d’Horlogerie de Genève.
Evoluzioni tecniche e manifatturiere
Consapevole della necessità di emanciparsi dalla dipendenza da movimenti di terze parti (principalmente ETA Valjoux 7750 nei primi modelli), Hublot avvia la realizzazione della propria manifattura a Nyon. Nel 2010, viene presentato l’HUB1242 Unico, un calibro cronografico flyback integrato a ruota a colonne montata sul lato quadrante. Questo movimento, con 4 Hz di frequenza e 72 ore di riserva di carica, diventa la base delle referenze più ambiziose del Big Bang.
Parallelamente, si moltiplicano le declinazioni:
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Big Bang King (modelli diver 48 mm, WR 300 m)
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Big Bang Tourbillon (con micro-rotore frontale)
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Big Bang Meca-10 (riserva di carica di 10 giorni, ispirato all’ingegneria meccanica)
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Big Bang MP-11 (movimento con 7 bariletti in serie, autonomia di 14 giorni)
L’evoluzione non riguarda solo i calibri: la sperimentazione sui materiali porta al lancio, nel 2011, del Magic Gold — una lega brevettata composta da 75% oro e 25% carburo di boro, che lo rende l’oro 18 kt più resistente ai graffi.
Dal 2016 compaiono le casse monoblocco in safir trasparente, lavorate grazie a processi ad alta pressione e temperatura, con modelli come il Big Bang Unico Sapphire e il Big Bang Integral Tourbillon Full Sapphire.
Collaborazioni e edizioni speciali
La strategia di Hublot include importanti partnership: dal Big Bang Ferrari (con lunetta intercambiabile a sistema “One Click” e movimento Unico scheletrato) alla collaborazione con Sang Bleu, caratterizzata da quadranti e casse ispirati alla geometria sacra del tatuatore Maxime Plescia-Büchi.
Anche l’arte contemporanea ha trovato spazio con le edizioni curate da Takashi Murakami, i cui fiori sorridenti si animano su complicazioni tourbillon e quadranti in zaffiri multicolore.
Il Big Bang oggi: bracciali integrati e alta complicazione
Nel 2020, per il 15° anniversario, Hublot introduce il Big Bang Integral, con bracciale integrato in ceramica, titanio, oro King Gold o safir. L’Integral rappresenta una mossa intelligente: intercetta la tendenza degli sportivi eleganti con bracciale — segmento dominato da Royal Oak e Nautilus — ma con l’impronta netta di Hublot.
Oggi la linea Big Bang copre diametri da 39 mm a 45 mm, includendo referenze unisex, versioni High Jewelry pavé di diamanti baguette e complicazioni scheletrate a tourbillon volante.
Considerazioni per il collezionista
Per il collezionista attento, le referenze più ambite sono:
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Big Bang Chronograph 44 mm (2005-2006) — primi esemplari a tiratura limitata
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Big Bang Unico Ferrari Edition (2012-2014) — prime edizioni con co-branding Ferrari
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Big Bang Sang Bleu I (2016) — prime versioni con incisioni geometriche
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Big Bang Unico Sapphire (2016) — pionieri della cassa in zaffiro trasparente
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Big Bang Meca-10 (2016) — introduzione del movimento a 10 giorni di autonomia
Conclusione
Il Big Bang ha conquistato una nicchia precisa: l’orologio sportivo di alta gamma per collezionisti che cercano materiali innovativi, movimenti manifattura e un’estetica decisa e contemporanea. In un settore che spesso privilegia il revival del passato, il Big Bang rimane uno dei pochi modelli a essere genuinamente moderno, senza dover richiamare codici storici preesistenti.
Una scelta di carattere per chi, tra i collezionisti, apprezza l’orologeria che guarda avanti.
di Carlo Battaglia