L’INDUSTRIALIZZAZIONE DEL TOURBILLON DALLE NOBILI ORIGINI E DAL FASCINO INDISCUSSO
Dopo aver affrontato la storia evolutiva del Tourbillon, spesso si è presentato il problema della costruzione e della regolazione delle varie componenti. Lo sviluppo tecnico dei calibri, in termini di precisione cronometrica, aveva reso il Tourbillon un puro esercizio di alta meccanica orologiera, lontano dalle esigenze che avevano caratterizzato la propria nascita ed evoluzione.
Sul finire del XIX secolo si evidenziò la necessita di ricorrere a delle semplificazioni tecniche per rilanciare, nell’industria di settore, un sistema che ormai aveva un legame inscindibile con l’alta orologeria.
La base di partenza era rappresentata dal progetto di Abraham-Louis Breguet che aveva dato origine a questo sistema.
Nel 1892 venne brevettato il Karussel dal danese Bahne Bonniksen.
Il Karussel era sostanzialmente un’elaborazione del Tourbillon, con la possibilità di renderlo replicabile attraverso l’ingegnerizzazione e la produzione industriale.
Il progetto avrebbe portato alla produzione di massa di orologi sempre più precisi che avrebbero inglobato anche i benefici dati dal Karussel.
Il progetto aveva l’ambizione di costruire orologi che potessero conciliare la precisione dell’orologeria svizzera con la capacità produttiva che era nata, in quegli anni, negli Stati Uniti d’America tramite la catena di montaggio.
Il progetto originario del Tourbillon non aveva alcuna possibilità di poter rispondere ad entrambi i requisiti mentre il nuovo progetto di Bonniksen aveva caratteristiche conciliabili con le ambizioni del tempo.
In questo caso, il bilanciere ruotava su se stesso insieme allo scappamento con la differenza fondamentale data dalla natura dei componenti. Si scelse di utilizzare componenti simili a quelli di orologi molto comuni, prodotti in serie come nel caso dei “dollar watch”.
Da qui nacquero movimenti molto robusti ed affidabili che, a differenza del Tourbillon di Breguet, compivano un giro ogni 52 minuti e mezzo e di conseguenza anche l’errore, dato dalla forza di gravità, veniva compensato ogni 52 minuti e mezzo.
Questa escursione temporale appariva troppo ampia e di conseguenza, negli anni successivi, venne ridotta fino all’attuale scarto di un minuto.
Nonostante la semplificazione evidente rispetto al progetto di Breguet, il nuovo “carosello” venne immediatamente apprezzato dai migliori orologiai sia svizzeri sia inglesi.
Le nuove produzioni vennero presentate con grande successo durante le competizioni annuali presso l’Osservatorio di Londra e portarono a diversi premi e riconoscimenti.
In Gran Bretagna e Germania, ad inizio 1900, vennero depositati numerosi brevetti di caroselli.
Tra le maison che si distinsero nella progettazione emerse la grande capacità costruttiva di A. Lange & Söhne che produsse circa 100 esemplari del proprio carosello con ruota del bilanciere e dello scappamento in oro.
La maison tedesca nel 1901 riportò in produzione bilancieri di grandi dimensioni, in contrasto con la miniaturizzazione imposta dai Tourbillon.
La linea era ormai chiara: impostare una produzione di caroselli e di movimenti sempre più economici per facilitarne la diffusione.
Nel 1907, il Waterbury Tourbillon aveva un costo inferiore ai 5 dollari americani del tempo, cifra corrispondente a circa un terzo della retribuzione media settimanale di un operaio (non specializzato) o di un apprendista.
DIFFERENZE TRA TOURBILLON E CARROUSEL
Nonostante partano concettualmente dallo stesso progetto, Tourbillon e Carrousel sono diversificati in molteplici aspetti.
Il peso del carosello è nettamente superiore: per avere un calibro più robusto e affidabile si è optato per masse maggiori che hanno però conseguenze sul dispendio di energia. Si decise per la costruzione di bariletti più ampi e con molle di carica più lunghe oppure adottando due bariletti. Il concetto di aggiungere componenti per irrobustire il calibro è in netto contrasto con l’idea di Roskopf: ridurre il numero delle componenti per rendere l’orologio più affidabile, riparabile ed economico. Il carosello presenta almeno una ruota in più rispetto al tourbillon classico. Nell’idea originaria del carosello c’è l’evidente scopo di rendere meno fragile il calibro e meno complicata la regolazione dello stesso. Questo aspetto ha portato ad una produzione di rotismi sempre più robusti e pesanti per rallentarne l’usura e per ridurne la manutenzione. Il ritorno alle dimensione generose delle ruote, soprattutto quella del bilanciere, è dovuta principalmente all’entrata di scena di A. Lange & Söhne.
di Marco Di Pasquo