L’ULTIMA CREAZIONE DELLA CASA DI GINEVRA
Dopo anni di attesa da parte dei collezionisti, si amplia la famiglia degli sportivi, con un’anima elegante, di Patek Philippe.
La maison ginevrina lancia il progetto Cubitus: cugino dei modelli Aquanaut e Nautilus, reinterpreta le linee che hanno reso celebre l’orologeria sportiva di lusso senza mancare però in personalità.
Il nuovo Cubitus nasce dal processo creativo affidato a Thierry Stern che racconta le fasi salienti del percorso che ha portato alla nascita di un orologio dal design familiare ma allo stesso tempo innovativo. In casa Patek Philippe vi era la necessità di “produrre qualcosa di diverso, che non fosse rotondo…” ed è stato questo l’input che ha permesso, come affermato dallo stesso Stern, di arrivare alle forme squadrate, nette e coraggiose del nuovo Cubitus.
Non è frequente assistere ad una vera novità lanciata sul mercato da parte della maison, in tal senso bisogna riavvolgere il nastro e tornare alla fine del secolo scorso con la presentazione del Patek Philippe Twenty-4 (1999) e dell’Aquanaut (1997) che accentrarono l’attenzione dei collezionisti e degli addetti ai lavori.
L’estetica del Cubitus è apparentemente familiare, come da volontà dello stesso designer, condivide con l’Aquanaut la lunetta realizzata con una combinazione di superfici satinate e lucide che hanno un ruolo fondamentale sull’impatto estetico. La personalità del Cubitus emerge tramite dettagli inediti presenti sulla cassa: gli attacchi laterali della stessa sporgono dai lati dell’orologio ma sono dritti e non curvi come nel caso del Nautilus. Sono in linea con la tradizione invece i rilievi orizzontali del quadrante e le sfere e gli indici in stile bâton. Il bracciale segue le linee e le proporzioni di quello del cugino Nautilus, adattato alle geometrie del nuovo modello.
Come spiega lo stesso Stern, la produzione sarà contingentata in linea con le politiche produttive del marchio che porteranno questo modello ad essere limitato in termini di disponibilità per il consumatore. La produzione si aggirerà intorno al centinaio di pezzi l’anno: numeri coerenti con il posizionamento di mercato della maison che ambisce, sempre più, ad essere espressione di qualità ed esclusività.
Il calibro automatico che equipaggia i due modelli ora e data è il collaudato 26-330 S C/430: Data a finestrella. Secondi al centro. Diametro: 27 mm. Spessore: 3,32 mm. Numero di componenti: 212. Rubini: 30. Massa oscillante: rotore centrale in oro 21 ct. Frequenza: 28.800 alternanze/ora (4 Hz). Riserva di carica: min. 35 ore – max. 45 ore. Bilanciere: Gyromax®. Spirale del bilanciere: Spiromax®. Segno distintivo: Sigillo Patek Philippe.
Tale movimento anima la referenza 5821/1A (cassa e bracciale in acciaio e quadrante verde oliva soleil) e la referenza 5821/ 1AR (cassa e bracciale in acciaio e oro rosa con quadrante blu soleil).
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Le novità tecniche sono invece destinate alla referenza 5822P-001 (gran data con cassa in platino e cinturino in materiale composito blu marino alla pari del quadrante) che esordisce con il nuovo calibro 240 PS CI J LU (basato sul calibro 240 automatico ultrapiatto con micro-rotore decentrato del 1977). Il calibro automatico è caratterizzato da: Diametro: 31 mm. Spessore: 4,76 mm. Numero di componenti: 353. Riserva di carica: min. 38 ore – max 48 ore. Massa oscillante: mini-rotore eccentrico in oro 22 ct. Frequenza: 21.600 alternanze/ora (3 Hz). Grande data in una doppia finestrella. Giorno a lancetta. Fasi lunari. Piccoli secondi.
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Alla stessa stregua del design, anche il nuovo calibro unisce familiarità ed innovazione. Netta è la somiglianza con il Nautilus 5712 con i piccoli secondi tra ore 4 e 5 e l’indicazione delle fasi lunari a ore 7 ma la parte superiore del quadrante è del tutto inedita.
La consueta indicazione della riserva di carica lascia il posto alle due finestre della grande data, liberando spazio per il giorno della settimana intorno alle fasi lunari.
La gran data è una vera e propria complicazione e non è una banale forma di visualizzazione della data stessa: si pensi alla differenza del numero delle componenti affinché possa essere integrata nel movimento (il calibro del 5712 conta 249 componenti mentre il nuovo calibro del Cubitus Grande Data conta 353 componenti).
Nonostante un importante aumento delle componenti, il nuovo calibro ha uno spessore maggiorato di soli 0,77 mm rispetto al precedente.
Il cambio della data, delle fasi lunari e del giorno sono istantanei e scattano contemporaneamente a mezzanotte in soli 0,018 secondi. Tali prestazioni richiedono un grosso dispendio di energia e per questo la maison ha studiato soluzioni tecniche che hanno portato a ben 6 richieste di brevetto.
Tra le tante è importante citare lo stesso identico spessore dei dischi data a differenza dei due dischi sovrapposti di diverso spessore spesso utilizzati per la gran data.
Per rendere questo Cubitus un vero Patek Philippe, non può mancare la consueta incastonatura di un minuscolo diamante tra le anse delle casse in platino.
Questo dettaglio, ormai iconico nella produzione della maison, ha però una particolarità fortemente voluta da Thierry Stern: il piccolo diamante, di solito di forma rotonda e taglio brillante, per via delle forme squadrate della cassa, è rettangolare con taglio baguette.
Il prezzo a cui il Cubitus viene proposto al pubblico è di 41.580 € per la versione in acciaio, di 61.780 € per la versione in acciaio e oro rosa e di 89.100 € per la versione in platino.
di Marco Di Pasquo